Manifesto della Mailing List
"Sadhana"

Questa lista è dedicata a coloro che percepiscono – in modo costante, o, anche, fugace e parziale – la sensazione che l’universo affondi le sue radici in un Respiro Primordiale, che è il telaio e l’origine d’ogni evoluzione passata, presente ed avvenire.

Ogni Scuola di Pensiero che abbia mai indagato sui profondi misteri dell’essere, se limpida e cristallina nelle proprie motivazioni, deve forzatamente convergere in alcuni principi, che trascendono qualunque altro risultato spirituale.

Essi sono:

  • L’assoluta inesistenza di separazione tra essere ed essere;

  • La totale identificazione del proprio io con l’io universale;

  • La riconosciuta impossibilità di realizzare pienamente la natura di questo Tutto-Uno, che non sia quella di captarne unicamente <l’Aroma della Presenza> ("Colui che dice di conoscere il Tao, non lo conosce");

  • L’ammettere che "..del Tutto-Uno si può affermare solo che esso esiste…"

  • Il ravvisare che la totalità dell’Oceano si manifesta – in termini metafisici – solamente attraverso l’onda; di conseguenza, l’immacolato candore irraggiungibile dell’Uno s’esprime attraverso il Logos;

  • Il realizzare, a questo punto, che la Scuola Monistica ("unità inesprimibile dell’essere") e la Scuola Dualistica ("l’essere indivisibile si manifesta, pienamente, attraverso tutte le parti che, in apparenza, lo compongono, nel tempo e nello spazio") sono implicitamente due aspetti della stessa realtà.

Non un solo Illuminato (o jivanmukta) ha mai derogato da tali principi.

Tuttavia, a questo punto, la sperimentazione del <Verbo, fatto carne> - o, se vogliamo, dell’Onda, portata nella nostra coscienza individuale, dalla risacca dell’Uno – è il primo dei doveri d’ogni ricercatore dello Spirito.

Il <sorriso del principe Gotamo>, l’ineffabile gaudio di Santa Teresa del Bambin Gesù, le estasi di Ramakrishna, l’infuocata consapevolezza trascendentale di Vivekananda; il titanico ed umile dialogo costante con Dio, da parte del fraticello d’Assisi; il sorgivo, quotidiano torrente di felicità celestiale di Yogananda Paramahansa; e, infine, il totale ed ebbro abbandono alla sovrana guida del Logos, da parte dei mille e mille yoghi del passato storico dell’India dimostrano e documentano che la fusione con il <respiro dell’Uno> è molto di più che un mero concetto metafisico.

Scocca l’attimo magico, in cui il frutto individuale dell’umanità si stacca dall’albero dell’illusione e cade sul terreno cosmico, ove è diluita la <divinità sconosciuta>.

E’ nato un Guru.

Non v’è, quindi, bisogno di scalare gli scoscesi e freddi pendii dell’Himalaya, per trovare Dio!

Né di delegare ogni potere intuitivo che ci ha donato la natura ad un Maestro di Vita, presupponendo che <solo> Lui ci possa indicare la strada dell’illuminazione.

Gli Istruttori Sacri sono i pioli della scala che Dio ci ha proteso per raggiungere la scabra atmosfera della Sua Casa.

Ma, non sono Dio.

Sono, anch’Essi, <Aspetti di Dio>.

Quando lo yoghi ha percorso l’intero cammino d’ogni sistema introspettivo che la Saggezza hindù ha tramandato, attraverso i millenni; quando il mistico occidentale ha identificato il suo piccolo <io> con l’amore illimitato del Dio cattolico, ecco, avviene la catarsi!

"..Ovunque lo sguardo io volgo, lì, Dio, ti vedo.." – diceva Manzoni.

La corteccia della propria individualità – dopo il cammino delle Scuole introspettive – si spappola e si lacera; e lo sguardo liberato dell’aquila spirituale acquisisce un nuovo, benedetto siddhi (potere spirituale).

Il mondo della Forma e quello della Non Forma si assottigliano talmente, sino a svanire.

E lo spirito liberato non vede che Dio. L’Uno. Il Logos.

E tutto è, allora, un Suo canto.

Che bisogno ha, di conseguenza, lo yoghi, di meditare; di creare un <imbuto> che lo possa collegare a Dio, se Dio è - costantemente – di fronte a lui, dentro di lui, dietro di lui ?

Che bisogno ha, lo yoghi, di <creare il suo dio>, se si accorge, adesso, che il vero Uno scaturisce – con la possente forza di un ruggente schizzo di lava sacra – da ogni sua azione, da ogni volto che la vita gli mostra; e che la vita intera è Dio?

Cerchiamo, allora, il Logos, o l’Uno-Tutto, nella somma totale dei minuti frammenti d’ogni nostra giornata. Vediamolo nel sorriso dei nostri figli; nella saggezza dei nostri anziani genitori; nell’amplesso che – rogo d’amore! – Egli dà a tutti i componenti la famiglia umana, e animale, e vegetale, e minerale!

Impariamo a percepire quella musica in cui s’inanellano e s’incastonano tutti gli aspetti dell’esistenza, quale noi la conosciamo.

…E, pian piano, diventeremo i Suoi compagni diletti….

Pian piano scopriremo, anche noi, il susseguirsi delle <sacre giornate di gioia cocente> del nostro animo.

Quando i discepoli di Ramakrishna gli chiedevano di spiegar loro quali sensazioni egli provasse nel contatto quotidiano con la divinità, il Guru cadeva, immediatamente ed immancabilmente, in estasi.

Ecco, vi garantisco, amici miei, che la risposta del Logos arriverà anche a voi.

Ed anche voi resterete perplessi e smarriti, rendendovi conto della vostra puntuale impossibilità a spiegare ad altri l’acuto senso di realizzazione dell’Uno che vi pervade.

Ma, se insegnate cosa sia il Sentiero; se, vi adoperate, lodevolmente, nel formare gruppi di ricerca spirituale; o se scrivete, o se distribuite le nozioni sublimi delle verità metafisiche, rammentatevi questo:

"…non riuscirete a dare mai un sostegno ed un definitivo aiuto al vostro prossimo, se prima non avrete realizzate – almeno un po’ – cosa sia l’unione vera con Dio!.."

Perché solo a questo tende l’intera evoluzione universale: alla fusione con il Tutto divino.

La lista è dedicata, quindi, allo Yoga che conduce a ciò.

Che l’Uno ci assista, nei nostri incontri e nei nostri dialoghi.

E vi benedica tutti, individualmente!

 

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