Ciao Vittorio. Secondo me è un pò più semplice, sicuramente tecniche come il kriya, i Japa e tutte le altre velocizzano il nostro processo di sensibilizzazione nei confronti del mondo ed aumentano la nostra capacità d'amare, ma la disposizione d'animo deve partire da noi. Guardare gli altri con occhio amorevole, cercando di pensare a loro solo in modo positivo è un dono che Dio ha dato a tutti, solamente le abitudini ed il carattere ce lo fanno dimenticare. Quindi penso che basti partire dal desiderio di amare gli altri e, sin da subito, scatta in noi il meccanismo giusto, poi, tramite le varie tecniche e gli insegnamenti dei grandi maestri il nostro amore si espande ed arriva a farci capire il proprio Se e quello degli altri (che è la stessa cosa). Certo, Yukteswar dice che per riempire il cuore d'amore bisogna meditare sull'om, e sicuramente questa è una delle tante strade perfette per arrivare all'obiettivo, ma insieme a questo ci deve essere la volontà di amare, se noi partiamo da questa volontà, anche se non sappiamo nulla di meditazione ecc, sicuramente, lungo il nostro cammino, ci si presenterà la tecnica più adatta per espandere questo amore. Se Dio non ci avesse dato questa possibilità, allora tutti quelli che non meditano perchè non conoscono la meditazione non potrebbero amare...Quindi, per concludere, il rapporto corretto secondo me è il seguente: amare il prossimo è nostro dovere e piacere, questo attira l'attenzione di Dio su di noi, il quale ci farà incontrare una determinata tecnica (lo so è brutto chiamarla così) che a sua volta espanderà il nostro amore fino al livello ultimo. Sbagliato invece il rapporto contrario: se non utilizziamo la tecnica non riusciamo ad amare il prossimo e quindi non raggiungiamo Dio. Un abbraccio Lele
La via dell'illuminazione è come una montagna, tutti i sentieri portano alla cima. |